


Giovedì 5 maggio 2011, alle ore 17.30, si presenta il volume
"SOUVENIR L’industria dell’antico e il Grand Tour a Roma"
di Antonio Pinelli, Editori Laterza.
Iniziativa all’interno del ciclo “Roma e il Settecento”.
Introduce e coordina: Francesco Moschini;
intervengono: Anna Ottani Cavina, Marco Vallora.
Ad apertura dell’incontro l’attore Roberto Scarpa racconta il libro.
In occasione della presentazione del volume nella sala del Consiglio sarà esposta una Mostra bibliografica dedicata alle pubblicazioni di Antonio Pinelli.
"Dal re di Svezia che acquista tutta la raccolta di antichità di Piranesi a chi si accontentava di molto meno: un mosaico minuto, una statuetta in biscuit, un piccolo Colosseo in sughero.
L’arte e l’ingegno al servizio dell’industria del ricordo.
Il Grand Tour è una sorta di pellegrinaggio laico, un irrinunciabile battesimo culturale delle élites europee del Settecento, con Roma meta indiscussa. Come in ogni pellegrinaggio che si rispetti, come non desiderare di riportare in patria souvenir del proprio viaggio? Senza toccare i vertici di Caterina Il di Russia che per L’Ermitage ordina una copia a scala naturale delle Logge Vaticane di Raffàello per la quale è necessario predisporre un’armata di copisti, anche chi non può permettersi acquisti coni imponenti si adopera per procurarsi originali o copie di opere d'arte antica.
Per soddisfare la domanda di questo agguerrito stuolo di compratori, Roma appresta un esercito altrettanto formidabile di produttori: artisti e artigiani di ineguagliabile talento, che con inventiva, scaltrezza e spirito imprenditoriale sanno incrementare e diversificare la propria offerta, ricorrendo a tecniche artistiche ben collaudate, inventandone di nuove o recuperandone di già sperimentate, per creare inedite tipologie di prodotti e suscitare nuove, irresistibili mode. E’ la nascita dell'industria dell'antico e del bello, un curioso fenomeno di domanda e offerta di ricordi della città eterna. Antonio Pinelli guida il lettore nell’esplorazione di questa galassia di eccellenze e raffinati virtuosismi, che preannuncia l'era dell'industria culturale di massa.